Attacchi di panico
le manifestazioni degli attacchi di panico così come tutte le cose sono molto soggettivi, ma si possono individuare delle caratteristiche piuttosto frequenti e comuni nell’incremento del battito cardiaco, sensazioni di soffocamento, sensazioni di formicolio alle mani e ai piedi, sudorazione fredda. La frequenza cardiaca spesso molto elevata e\o le palpitazioni associate alle sensazioni di nodo alla gola con difficoltà di respirazione aumentano la percezione di pericolo, il dolore al petto può far pensare ad un imminente collasso del miocardio. Questo gonfiarsi sempre piu grandi di sensazioni fisiche che rimandano ad una prossima fine non fa altro che alimentare una paura che sfugge dalla possibilità di essere controllata. L’attenzione diventa selettiva sulle singole reazioni fisiologiche e una delle strade che si presentano per provare a recuperare il controllo sono l’evitare la situazione spiacevole scappando da essa. Questa reazione porta ad un processo attivo sempre più marcato di evitamento delle situazioni potenzialmente favorenti l’insorgenza del attacco di panico. Nel futuro quindi si avrà più paura di aver paura piuttosto che dell’oggetto che ha scatenato inizialmente tale paura. Questo processo porta ad una tensione e ad una preoccupazione costanti che renderanno l’individuo sempre molto ansioso e spesso incapace di vivere bene situazioni e momenti comuni, innocui o addirittura belli della propria giornata.
E’ questo circolo vizioso che deve essere interrotto.
Per affrontare l’attacco di panico sono disponibili diversi trattamenti che coinvolgono medici, psichiatri e psicoterapeuti in modo multidisciplinare integrato.
Per quanto concerne la parte specificamente di competenza dello psicoterapeuta, è opportuno individuare le motivazioni da cui emergono emozioni negative e annessi comportamenti disfunzionali; è altresì opportuno rendere l’individuo più competente e quindi più forte, rendere accessibili all’individuo metodiche attive di rilassamento per affrontare i momenti più impegnativi cosi chè grazie a queste modalità di controllo delle motivazioni corporee anche i pensieri di paura possano essere meno intensi, permettendo quindi sempre più il fronteggiare le singole situazioni senza più aver paura di reazioni estreme. Come in tutte le situazioni di sofferenza è necessario riuscire a chiedere aiuto alla propria rete sociale\affettiva e agli specialisti del settore. Rimanere isolati, per vergogna o per paura di discriminazione o derisione o semplicemente per uno sminuire la propria difficoltà è il modo migliore per permettere al proprio disagio di avere la meglio su noi stessi e rischiare di percepire di non essere più in grado di venirne fuori.
Per vincere la sofferenza è necessario imparare a “nutrire” ed a credere in se stessi e nella reale possibilità di “star bene”